La Fluoroprofilassi nel podcast Dritti al Punto by Unired

Sono stata invitata dal Dott. Giovanni Tafuro e dal team Unired (spin-off dell’Università di Padova) a parlare di FLUOROPROFILASSI in una puntata del podcast di divulgazione scientifica Dritti Al Punto.

Vi riassumo i punti salienti e vi invito ad ascoltare l’intera puntata.

La letteratura racconta che l’utilizzo di un dentifricio non apporta nessun beneficio aggiuntivo all’atto dello spazzolamento, in termini di efficacia.

Cioè una persona potrebbe non utilizzare il dentifricio e rimuovere comunque la placca in maniera efficace.

Ma i dentifrici sono un ottimo mezzo per veicolare ingredienti attivi (agenti antibatterici, desensibilizzanti o remineralizzanti).

E proprio il fluoro rappresenta l’ingrediente attivo maggiormente studiato, raccomandato e fortunatamente utilizzato, per poter remineralizzare quindi rafforzare lo smalto dei denti. 

Nel 1942 Trendley Dean, un ricercatore Americano che lavorava per il servizio sanitario statunitense, dimostrò in maniera inequivocabile che la più bassa prevalenza di carie si aveva nelle aree geografiche dove l’acqua potabile conteneva fluoro ad elevate concentrazioni.

Tuttavia, mentre la ricerca andava avanti alla fine degli anni ’70 e ’80, è diventato chiaro che la comprensione comune di come funziona il fluoruro era sbagliata. 

Per decenni si è pensato che il fluoro fosse più efficace nel rafforzare i denti quando veniva consumato. Ma si scoprì che sebbene il fluoro venisse incorporato nei denti in via di sviluppo nell’utero, diventa protettivo contro la carie dentale solo dopo che i denti sono emersi dalle gengive.

In bocca, gli ioni fluoro si incorporano nella placca. Quando il cavo orale diventa troppo acido, gli ioni vengono rilasciati dalla placca e aiutano a estrarre i minerali dalla saliva per remineralizzare le superfici dello smalto e rallentare la carie. 

Quest’ultimo si traduce in una piccola quantità costantemente secreta nella saliva.

Poiché la ricerca dimostrò che il fluoro topico era efficace almeno quanto le dosi sistemiche accumulate, i dentifrici al fluoro invasero il mercato. 

E l’incidenza della carie dentale negli Stati Uniti e nel mondo continuò a diminuire.

Si parla spesso di neurotossicità del fluoro, ma il rischio principale associato all’uso del dentifricio fluorato, quindi ad un uso topico, è la fluorosi: un’alterazione cromatica dello smalto dei denti.

Ed è l’effetto dose dipendente determinato dall’assunzione di fluoro in fase pre eruttiva, quando i denti si stanno formando. 

È sicuramente vero che c’è anche il rischio di avvelenamento, ma stiamo parlando di ingestioni di grandi quantità di dentifricio. La dose tossica di fluoro è di 5 mg per kg di peso corporeo.

Il problema della neurotossicità del fluoro è più legato alla sua assunzione sistemica.

Ad oggi, mentre gli studi procedono, è bene seguire le indicazioni contenute nelle linee guida Nazionali e dell’OMS in termini di fluoroprofilassi, che cito:

 “La fluoroprofilassi … rappresenta la pietra miliare della prevenzione della carie … A oggi, l’effetto preventivo post-eruttivo del fluoro, ottenuto attraverso la via di somministrazione topica, è considerato più efficace rispetto a quello pre-eruttivo, ottenuto attraverso la via di somministrazione sistemica.”


Clicca qui per ascoltare la puntata del podcast



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